Perché io sottolineo che tutto ciò che siamo e che abbiamo ci è stato dato in dono? Perché noi non conosciamo niente se non in forma di un dono ricevuto.
In effetti, si potrebbe perfino concedere che noi non conosciamo questa o quell’altra cosa nel senso di una cosa come è, ma ‹come se fosse›, al punto che non siamo nemmeno sicuri di conoscerla bene, ma nessuno mette in dubbio di ‹riconoscere› tutte le cose in veste di bene nei propri riguardi, perché giungono alla sua considerazione come un dono che corrisponde a quel che egli cerca. Ancora, noi non conosciamo nessuna cosa come era o come sarà, anzi, noi stessi non siamo sicuri della nostra vita, eppure condividiamo il nostro presente con quello delle cose perché siamo connessi con esse in ogni momento come e perché ci giungono in dono. Ma soprattutto le realtà sono un dono per noi, perché ci fanno trovare il nostro posto nell’insieme; esse giungono come quel contributo necessario che ci fa spazio e ci lascia tempo e questo regalo si chiama ordine.
Se non avessimo ricevuto le realtà come dono, non saremmo nemmeno capaci di donarle a nostra volta, e di essere noi stessi un dono per loro.
Concludendo: non solo abbiamo ricevuto tutto in dono, ma il più grande dono tra tutti sta nel fatto che abbiamo ricevuto la capacità di riconoscerlo per diventare anche noi sempre più ‹dono› per i nostri simili e per la stessa natura che ci circonda.
giovedì 6 maggio 2010
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