giovedì 11 marzo 2010

Partecipazione

La partecipazione è distintiva per l'uomo
L’uomo partecipa gli animali non partecipano.
I significati del termine ‹partecipare› sono per lo più tre: 1) di prender parte a, 2) di mettere a parte di, 3) di fruire della partecipazione, di godere insieme.
Il primo significato riguarda in modo speciale il rapporto dell’uomo con il suo simile o con le realtà per quel che si riferisce al loro ‹essere› e quindi al proprio della loro natura per quanto le sue facoltà lo permettono.Il secondo significato chiama in campo un ‹esistere› insieme offrendo una proposta che non può rimanere senza una risposta.Il terzo significato presuppone un ordine nello ‹spirito› dei rapporti perché responsabilizza il soggetto nei riguardi del suo interlocutore creando un clima dove la partecipazione diventa comune.
La partecipazione è la nota distintiva dell’uomo che lo differenzia dagli animali e che lo rende, per così dire, quasi uguale a Dio. Gli animali non hanno la capacità di partecipare perché anche se 1) si rapportano secondo natura, 2) non sanno proporre e non si aspettano risposte adeguate alle diverse domande, ma soprattutto 3) non sono felici nel rapporto, ma solamente soddisfatti.
Il terzo motivo è sintomatico. Un uomo che sta male cerca aiuto dal suo simile e chi vede un suo compagno di sventura ne ha compassione come di se stesso, mentre un animale ammalato o infortunato non spera di essere aiutato, anzi si isola aspettando di guarire, perché se rimane nel branco verrà sottoposto a mobbing fino al punto di essere eliminato anche fisicamente.
Dio, rivolto fuori di sé, non partecipa perché non può attendere delle risposte, ma crea. La creazione quindi non dipende dalla creatura, ma è opera di Dio che ha agito senza l’apporto di un qualcosa esterno a se stesso. In questo senso Dio non poteva creare che qualcosa-simile a sé, perché non aveva altri modelli su cui basarsi. Questa ‹analogia› rappresenta l’unica partecipazione possibile di Dio nei riguardi del creato. Analogia è di più di partecipazione, perché è senza limiti. L’uomo è chiamato a rispondere a questa analogia superando i suoi limiti possibili in modo che la sua ‹somiglianza› con Dio diventa partecipazione.

Nessun commento: