venerdì 24 settembre 2010

‹Cattiva conoscenza›

Conoscere una realtà distrattamente, senza alcun coinvolgimento e senza obbligo, equivale alla miglior dimostrazione della mancanza di qualsiasi importanza della sua esistenza o non esistenza, al punto che se ne può far a meno come se non fosse mai stata vista; al contrario rivolgersi ad essa con attenzione e con affetto impedisce che la si possa poi accantonare, perché esisterà sempre per chi l’ha conosciuta, indipendentemente da come essa si sia mostrata.
Una predisposizione positiva avvia la conoscenza alla comprensione delle realtà come ‹ideali›. Pur cominciando da una conoscenza superficiale e distratta si può arrivarne ad una che comprende gli ideali, ma se ci si ferma a metà strada, si possono comprendere solo i concetti, ma non le idee della realtà e del suo essere-esistere È il coinvolgimento che ci assicura di conoscere cose concrete e quindi idee vere. Per questo concetti e immagini possono anche essere solo delle immaginazioni che dipendono da una ‹cattiva conoscenza›, come quelle cattive azioni che dipendono da una ‹cattiva coscienza›. 
Il mondo che ci circonda o è fatto di ideali che restano, oppure di immaginazioni che si dimenticano. È vero che senza idee non ci sono ideali, ma è più vero che senza ideali non ci sono nemmeno idee vere. Di per sé non c’è una contrapposizione tra idee e ideali ma, se le une sono disgiunte dalle altre, la realtà potrebbe anche esistere, ma ‹come se› non esistesse – ‹als ob› di Kant. D’altra parte nessun uomo può vivere senza le cose che lo circondano e, per questo, uno dei possibili rimedi alla mancanza di ideali lo cerchiamo come un ripiego nel possesso delle realtà per fermarle e usarle a piacimento e questo consiste nella definitiva riduzione ai soli concetti. Dal possesso al controllo e dal controllo al dominio il passo è breve. La realtà che è necessaria diventa in questo modo condizionata da un dominio e condizionante a causa dell’uso che se ne fa. 
L’uomo è chiamato a costruire un mondo di ideali oppure è costretto a rovinare nella miseria di infinite necessità. 
È eletto per raggiungere l’Ideale degli ideali o per piombare nell’inesistenza di ciò che non ha senso e si consuma in un attimo di inesistente esistenza.

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