venerdì 3 settembre 2010

La vita dell’immortalità


Il problema dell’immortalità dell’uomo non consiste nel chiedersi se alla fine dei suoi giorni cesserà la vita, ma nel sapere quale vita lo attende, ovverosia che cosa cesserà e, invece, che cosa continuerà...
Si tratta di sapere che cosa noi intendiamo per vita e per morte. È evidente che l’uomo compiuti i suoi anni muore e muore per sempre, ma è questa la morte che intendiamo, oppure c’è un’altra vita che noi non conosciamo del tutto per il solo fatto che non la viviamo ancora?
In effetti quando noi, ancora piccoli, abbandoniamo le favole moriamo ad un mondo immaginario e ci buttiamo in quello della realtà, viviamo una vita che le favole ci impedivano di sperimentare. Così, quando abbandoniamo il mondo dell’erotismo entriamo come amministratori corresponsabili e quasi comproprietari in quel mondo che è privo dei limiti dell’egoismo.
Allo stesso modo, quando perdiamo il possesso delle realtà e, con la morte fisica, anche di quella realtà che è il nostro corpo, ci liberiamo dai vincoli di una conoscenza condizionata e dipendente dalla sensibilità per sperimentare quella di un mondo diverso. È quel mondo nuovo, dove vale chi ama l’Amore per la realtà e non la realtà ricevuta e conosciuta, magari senza amore.
Questa è la vita vera e non quell’altra che conduciamo sulla terra e che ci sembra mancare in continuazione tanto è limitata alle sole cose che non durano in eterno.

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